Descrizione
Il Palazzo è ubicato a Santo Stefano di Rogliano (CS), in posizione dominante, interessante è l’epigrafe in latino incisa sul portale d’ingresso che attesta proprio la proprietà della struttura alla Famiglia Parisio:
“MAGNIFICA HANC AULAM CUM - ATRIX NON NAE JANE - ERIGITA CULMEN. CAROLUS AYQUE SIMUL - MARTINO EST VERUS DOMINUS - CUM FRATE PARISE - QUOS GENUS AC FORTIS TOLLAT AD - ASTRA DEUS - A.D. 1375.”
La cui traduzione: “Magnifica o Giano questo palazzo costruito sulla sommità delle cui sale certamente Carlo insieme con il fratello Martino Parise è il vero padrone, la cui stirpe e il cui valore Dio innalzi al cielo. A.D. 1375”.
L’invocazione a una divinità pagana, segno indiscutibile di una devozione assoluta per la cultura classica, è un segnale forte di laicità da parte di una famiglia aristocratica che, inevitabilmente, era forzata a mantenere rapporti se non altro formalmente cordiali con l’influente clero cosentino, spina dorsale dell’alleanza fra trono e altare sancita fra i due poteri, temporale e spirituale, nel corso del Medioevo.
L’edificio è situato nel Rione Capo Alfieri, attuale Via Gramsci, precisamente presso Piazza Giuseppe Mazzei nella parte più antica del paese. Domina tutte le abitazioni sottostanti e la piccola chiesa di San Rocco, che un tempo risultava essere la cappella privata della Famiglia Parisio.
Il palazzo, di stile seicentesco, venne costruito probabilmente intorno al 1674, come testimonierebbe una scritta posta sul lato destro della facciata (A.D. MDCLXXIV). L’architettura si sviluppa partendo dal portale d’ingresso in pietra che ospita l’epigrafe e la chiave di volta sulla quale è scolpito lo stemma incastonato tra due maschere apotropaiche, il tutto sormontato da un altro mascherone; l’androne, in acciottolato, apre l’accesso, mediante una scala a più rampe, al piano superiore e, tramite ingressi laterali, ai locali del pianterreno. Al piano superiore, attraverso un terrazzino, si giunge all’appartamento gentilizio, composto da ampie stanze di cui alcune con pitture a parete e con decorazioni sul soffitto che ne testimoniano l’importanza e la bellezza. La struttura del fabbricato è lignea con quinte in muratura e tegole a coppi. Al di sotto del palazzo, un tempo, esistevano due gallerie comunicanti con il territorio detto “Serraleta” appartenute alla Famiglia.
Il Palazzo Parisio, fu ricostruito dopo il cataclisma del 27 marzo 1638, «dove la rapidità del crollo degli edifici che continuavano a cadere dopo la scossa seppelliva gran parte degli abitanti», narra lo storico Gustavo Valente in Storia della Calabria nell’Età moderna (Ursini edizioni).